Piante, fiori e foglie che usiamo per tingere

La selezione delle piante (fiori, foglie, cortecce, radici ecc) avviene con estrema cura.
Ci impegnamo ad utilizzare vegetali cresciuti in ambienti non inquinati o coltivati secondo metodi sostenibili.

Cardo

In latino cardus, il significato del nome va ricercato nella radice greca ardis ovvero punta dello strale, con riferimento alla caratteristica spinosità della pianta.

Diverse leggende associano il cardo al pastore siciliano Dafni, alla cui morte, Pan e Diana, tanto era il dolore della terra, fecero nascere il fiore del cardo.
Anche questa pianta è molto conosciuta in ambito medico e culinario, ma riserva anche delle proprietà tintorie che abbiamo utilizzato nelle nostre creazioni.

Cipolla Dorata

Più che conosciuta e presente nella nostra cucina, la cipolla è anche un ortaggio tintorio.

Curioso come da un ortaggio così semplice e povero, si possa ricavare un bagno colore che conferisce un colore giallo oro ai nostri tessuti.

Coreopsis Grandiflora

Simbolo di allegria, i coreopsis sono fiori annuali nativi del nord america.
Crescono in qualsiasi suolo da giugno ad ottobre purchè vi sia sole.

Coreopsis Tinctoria

Il Coreopsis è un fiore che esiste in colore giallo o arancione, la specie tinctoria si differenzia per la sua macchia centrale scura.

È un fiore del Nord America e cresce durante tutto l’anno: resiste al caldo ed anche alle temperature più rigide, l’importante è che ci sia il sole!
Questo fiore dai colori vivaci simboleggia l’allegria.

Cosmos Bipinnatus

Detta cosmea è una pianta ornamentale originaria del Messico.
Il suo nome deriva dal greco cosmos ma non si riferisce all’universo bensì ai concetti di ordine e armonia.
Il nome è stato attribuito per la compostezza dei petali, per questo è il simbolo della tranquillità, integrità e modestia.

Per lungo tempo è stata ignorata dal mondo vivaistico ed era possibile trovarla solo in forma spontanea nelle campagne, tuttavia è entrata ben presto in uso comune trattandosi di una pianta autunnale e per la sua capacità di formare folti cespugli.
Per questo motivo ti capiterà spesso di vederla nei giardini proprio per ravvivarli durante le stagioni meno calde..

Dimorphotheca

Simbolo di libertà.
Detta anche Margherita Africana per la sua origine e per la comunanza con le margherite.

Infatti anche la Dimorphoteca è un fiore capolino, ovvero costituito da un mazzetto di fiori centrali privi di petali, attorniati da fiori che portano un solo petalo e formano la corona, proprio come le margherite.

Elicriso

Helichrysum, dal greco Helios Chrysos ovvero sole d’oro. Si tratta di una pianta erbacea estiva che fiorisce in luglio e agosto ed è tipica delle aree mediterranee. In Italia possiamo trovarla di frequente al centro e al sud.

Molto usato in campo medico per le proprietà antiinfiammatorie ed in campo estetico, soprattutto nella preparazione dei profumi.

Eucalipto

Eucalyptus
Dal greco nascondere bene riferito al fatto che i petali coprono il resto del fiore fino alla sua fioritura.
Forse anche per questo è considerato simbolo di protezione.

È un sempreverde originario dell’Australia ma presente in Europa da oltre due secoli.
E’ ampiamente presente nelle zone paludose per la sua enorme capacità di assorbimento dell’acqua e di tenere lontane le zanzare e le relative malattie, venne largamente usata anche nella bonifica dell’ Agro Pontino.

Foglia di Acero

Acerus
Il re dei nostri boschi, simbolo del popolo canadese” come disse il 1° sindaco di Montreal, l’acero, o meglio la sua foglia è parte della bandiera canadese dal 1965.

L’acero è un albero solido e longevo simbolo della stagione autunnale.
Il nome deriva dal latino Acer Acris e significa “a punta, pungente” sia per l’aspetto delle foglie, sia perchè il suo legno veniva usato nella fabbricazione delle lance.
I tipi di acero da cui abbiamo tratto le foglie per le nostre tinture sono: il saccarino, il campestre, l’opalo ed il platanoide.

Foglia di Acero Giapponese

Momiji in giapponese o acero palmato data la sua foglia, si presenta con una forte e caratteristica colorazione rossa.
In autunno perde ogni foglia e per questo simboleggia l’impermanenza delle cose.
Anticamente gli aristocratici giapponesi attendevano l’autunno per riunirsi sotto i Mojimi a suonare, cantare e recitare poesie romantiche su un tappeto di foglie rosse.

Foglie di Rosa

La rosa è il profumo degli dei,
la gioia degli uomini,
orna le grazie
dell’amore che sboccia,
è il fiore prediletto di Afrodite

Anacreonte, Ode 53

Non ha bisogno di presentazioni, il fiore ornamentale più conosciuto, regalo prediletto dagli amanti che simboleggia bellezza e passione.

Foglie di Scotano

Albero della nebbia
Ogni parte dell’albero Scotano è leggermente velenosa.
In passato, grazie alla scoperta dei monaci del Monastero di Bardolino, venne coltivato per il tannino e la trementina contenuta nelle sue foglie, utili alla concia.
Spesso lo troviamo con foglie di colore viola o rosso.

È detto anche albero della nebbia, in quanto prende le sembianze di un enorme batuffolo di cotone grazie ai filamenti che caratterizzano il suo fiore.

Indaco

Indigofera tinctoria
La pianta che genera l’indaco ha origine in India, in Cina e nell’isola di Giava, tant’è che il nome deriva dal latino indicum ovvero indiano in onore del principale paese produttore.

L’indaco fiorisce in fretta e si presenta con foglie violacee e fiori a grappolo.
Le piante vengono recise due o tre volte all’anno e l’estrazione del colore avviene dalle foglie sia fresche che secche, queste vengono fatte macerare in vasche con l’aggiunta di acqua e talvolta di latte di calce.

IL COLORE
Indaco il colore dell’armonia.
Nella cromoterapia, l’indaco è il colore simbolo della spiritualità, di aiuto e della meditazione.
Gli è attribuito il potere di rendere positivo l’umore, perciò è indicato contro la depressione e la malinconia.

LA STORIA
L’impiego dell’indaco per la colorazione dei tessuti risale alle origini di diverse civiltà come gli Egizi, i Greci ed i Romani e tutte le orientali.
Si tratta di un colore da sempre molto ricercato, il suo utilizzo sulle stoffe attribuisce prestigio e importanza.

CURIOSITÀ
Il colore estratto non corrisponde al classico blu, bensì il bagno colore si presenta come liquido giallo: infatti i capi che vengono colorati con l’indaco sono gialli appena estratti dal bagno colore e diventano blu, passando per la colorazione verde, grazie all’azione ossidante dell’aria.
La particolarità dell’indaco è di migliorare col tempo: anziché ingrigirsi, come succede ad altri colori, l’indaco diventa sempre più brillante.

Iperico

Erba di San Giovanni
Piccoli fiori di colore giallo splendente a forma di stella e disposti a grappolo.
Nella storia l’iperico venne indicato con nomi che lo hanno spesso associato alla dimensione demoniaca.

Nel Medioevo si chiamava Scacciadiavoli in virtù della sua capacità di mettere in fuga i demoni: veniva appeso un mazzetto fuori dalla porta, mentre un’altro veniva tenuto sotto il cuscino per allontanare il malocchio.
In genere veniva utilizzato in tutti quei riti che prevedevano l’allontanamento delle creature sataniche.

Chiamato anche Erba di San Giovanni per la tradizione nord-europea di raccogliere l’iperico proprio nella notte del 24 giugno, durante la quale streghe e spiriti escono nelle strade per celebrare riti magici.

Legno Campeggio

Haematoxylon Campechianum
Dal greco haima -atos (sangue) xylon (legno) ovvero legno di sangue ad indicare il rosso del legname dal quale si ricava la tintura violacea.
Albero Campeggio, originario della Baia di Campeche in Messico e diffuso in tutta l’America.
È una pianta sempreverde che può arrivare fino a 15 metri di altezza.

IL COLORE
La sostanza colorante è l’ematossilina che però risulta incolore, infatti deve essere esposta all’aria per diventare emateina e quindi sostanza dal colore intenso.
Per tingere è necessario scortecciare il legno, ridurlo a pezzetti e lasciarlo macerare.
A seconda delle sostanze usate, la sua reazione genera un colore che può andare dal rosso giallognolo al rosso violaceo: noi vi estraiamo il colore viola ed il lilla.

LA STORIA
Il legno Campeggio venne scoperto dagli Spagnoli in seguito allo sbarco sul continente americano e poi importato in Europa.
A partire dal 1500 anche il vecchio continente iniziò a coltivare il Campeggio e ad usufruire delle sue proprietà tintorie.

Mallo di Noce

Juglans Regia
Originario dell’Himalaya, il noce è un maestoso albero che può arrivare anche a 25 metri di altezza.
In Europa, la sua coltivazione iniziò in epoche antichissime.
Impiegato largamente nella medicina e nelle costruzioni, ha trovato vasta applicazione anche come sostanza tintoria, donandoci un naturale colore marrone.
Il nome gli venne conferito in epoca romana e deriva dal latino Iovis Glans ovvero ghianda di Giove.

IL COLORE
Il marrone viene estratto dal mallo (raccolto in autunno) e dalle foglie (raccolte in estate).
Il principio tintorio è lo juglone, che si trova in tutta la pianta e che dona un colore rosso-arancio.
Il processo di estrazione del colore può avvenire sia a caldo che a freddo per macerazione e per fermentazione la quale può durare anche un anno.
La tecnica di colorazione con mallo di noce è presente fin dall’antichità nell’arte tintoria persiana applicata alla produzione di tappeti.

LA STORIA
La coltivazione del noce è talmente antica che l’albero stesso è stato oggetto di numerose leggende. La più antica vede come protagonisti i Greci, che probabilmente furono il primo popolo europeo a coltivare il noce.
Il nome greco attribuitogli è Karya Basilica ovvero noce regale, poichè esportato dai re persiani.

TEORIA DELLE SEGNATURE
Ben prima della farmacologia moderna, gli antichi medici si servivano della dottrina dei segni per curare i malanni.
Secondo questa teoria, tutto ciò che esiste in natura e che ha una similitudine nel colore o nella forma con un organo umano, è idoneo a curare quella specifica parte del corpo.
La noce ricorda il nostro cervello in miniatura, per cui era largamente usata per le cure encefaliche.

IL MITO DI DIONISIO E CARIA
Dionisio, ospite presso la corte di Dione si innamora di una delle sue figlie: la graziosa Caria. Le sorelle della amata, spinte dall’invidia provarono a provocare il nervosismo del padre, ma questa mossa gli si ritorse contro infatti Dione infuriato trasformò le sorelle in rocce.
Caria, nonostante la perfidia subita, rattristì molto al punto di morire.
Dionisio però ebbe pietà di lei e la trasformò in un noce.
Da allora il noce divenne oggetto di numerose celebrazioni e riti pagani.

LA LEGGENDA DELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI
I riti pagani a celebrazione del noce continuarono per secoli, fino al Cristianesimo. L’albero infatti era considerato divino e le sacerdotesse pagane (Menadi)svolgevano i loro riti danzando esaltate attorno a questo albero.
La cosa non veniva vista di buon occhio dai Cristiani già molto inclini a considerare le donne creature demoniache: da qui la nascita della leggenda secondo la quale durante la notte di San Giovanni avverrebbero degli incontri di streghe e spiriti.
Uno dei rimedi trovati per allontanare i demoni è il fiore Iperico che trovi anche nelle nostre stole.

Reseda

Il nome ha origine dal latino “resedo” che significa calmo, calmante, questo aggettivo è stato attribuito alla pianta da Plinio il Vecchio per le sue proprietà medicinali.
Medicina e tintura tessile non sono gli unici usi della pianta Reseda Luteola, da questa si ottiene anche dell’ottimo inchiostro e del miele.
È una pianta biennale perché cresce soprattutto nel secondo anno d’età fino ad arrivare a circa un metro e mezzo, è sempre nel secondo anno che escono i fiori ed i semi.
Il pigmento che conferisce il colore giallo, si chiama Luteolina e viene estratto da ogni parte della pianta ad esclusione delle radici.
I fiori ne contengono la maggior quantità, ma anche le foglie, i rami ed i semi se raccolti d’estate quando la fioritura sta per terminare.
La Reseda cresce in modo spontaneo in terreni calcarei, è molto facile trovarla nelle zone abbandonate.

Il giallo è da sempre il colore che l’arte usa per rappresentare il Divino, la luce, l’oro.
È il colore del sole, caldo e brillante: il giallo illumina, pulsa, è vivace!
Il giallo richiama la sicurezza e la consapevolezza, trasmette calore e vita.
La Reseda nasce nel Mediterraneo ed è la prima e quindi la pianta più usata nell’occidente per ottenere il colore giallo.
Il suo utilizzo inizia nel Neolitico e ne riceviamo informazioni anche dalla Bibbia e dalle testimonianze dei Romani.
In particolare nell’Antica Roma il giallo della Reseda Luteola veniva fatto indossare alle Vergini Vestali e alle giovani spose.
Anche Barbari e Galli usavano tingere i loro abiti del suo giallo, mentre in Inghilterra per secoli è stata considerata la migliore tintura per gli abiti popolari.
La corona Francese usò il giallo reseda per la sua regalità e per esprimere sfarzo e splendore, a Venezia invece fu voluta dai Dogi per gli abiti clericali, infine in Scozia venne usata per tingere il Tweed.

La leggenda della foresta di Sherwood, vuole che Robin Hood indossasse abiti tinti di verde.
Tale tono vibrante di verde veniva ottenuto mescolando la Reseda Lutea (giallo) al Guado (blu).

Robbia

Rubia Tinctorum
Robbia dal latino ruber, ovvero rosso.
Pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente in tutto l’Oriente.
Sebbene riesca a raggiungere il metro e mezzo di altezza, la parte utilizzata per tingere è la radice: quest’ultima viene raccolta in autunno, seccata e macinata, successivamente viene conservata in botte per poi essere utilizzata.
Il principio colorante contenuto nelle radici è l’alizarina, la quale genera il colore rosso ruggine.
La robbia è stata usata per colorare di tutto: dai tessuti ai capelli, dalle pelli ai vasi, dai tappeti alle pareti, dalle armi agli stendardi.

IL COLORE
Dalla robbia si preparano numerose sfumature di colore, dal rosa al viola, oltretutto si presta molto ad essere mescolata con altri colori primari per generare tinte differenti.
Tuttavia il colore della robbia è senz’altro il caldo e passionale rosso.
Il rosso è uno dei colori con più incidenza sulla nostra psiche e viene associato a sensazioni e significati opposti: da un lato l’amore e la passione, dall’altro la guerra e la violenza; da un lato il sangue che genera e crea, dall’altro il sangue della morte e della distruzione; da un lato la vita pulsante, dall’altro la disperazione.


LA STORIA
Sebbene ora venga coltivata anche in occidente, la robbia arrivò in Europa grazie agli olandesi e fu motivo di numerosi contatti commerciali con l’Oriente (in particolare Siria, Persia e Grecia) a partire dal Medioevo.
Grandi produttori europei di robbia furono l’Olanda e la Francia, in particolare la Provenza.
In Italia invece le coltivazioni durarono fino al 1800 e contribuirono a colorare gran parte del tessuto utilizzato per gli abiti tradizionali. Storicamente il colore rosso della robbia è sempre stato riservato per eventi straordinari e alti cerimoniali

CURIOSITÀ
Grazie al grande impiego di robbia utilizzata durante il Rinascimento nella città di Firenze, venne attribuito il relativo nome alla famosa famiglia di tintori i “Della Robbia”.

Grevillea

Grevillea
Il nome del genere è un omaggio a Charles Francis Greville, uno dei fondatori della Royal Horticultural Society.

Rovi

Rubus Ulmifolius
La pianta è utilizzata anche per delimitare proprietà e poderi, con funzioni principalmente difensive, sia per le numerose e robuste spine che ricoprono i rami, sia per il fitto e tenace intrico che essi formano, creando una barriera pressoché invalicabile.

Paulonia

Paulownia Tomentosa
Il nome del genere ricorda la nobildonna russa Anna Pavlovna, figlia dello zar Paolo I.
La Paulownia imperialis era il mon della famiglia Tokugawa, i cui membri furono shogun dal 1603 al 1868. Per questo motivo oggi la paulonia è il mon del primo ministro del Giappone. Le foglie di Paulonia erano presenti in una placca smaltata che veniva appuntata al petto dei generali dell'esercito imperiale giapponese che venivano insigniti del titolo di Gensui.

Catalpa

Il nome deriva dal termine muscogee per albero, kutuhlpa, che significa "testa alata" e non è correlato col nome del popolo Catawba. La catalpa viene occasionalmente usata come legno di risonanza nelle chitarre.

Carrubo

Ceratonia Siliqua
È prevalentemente dioico (esistono cioè piante con soli fiori maschili e alberi con fiori solo femminili, raramente presentano fiori di ambedue i sessi sulla stessa pianta). Viene chiamato anche carrubbio. Per le sue caratteristiche si può avere sullo stesso carrubo contemporaneamente fiori, frutti e foglie, essendo sempreverde e la maturazione dei frutti molto lunga.

Nandina

Nandina Domestica
E’ una specie originaria della parte est del continente asiatico, dove la si ritrova dall'Himalaya fino al Giappone. Coltivata in Cina e Giappone per secoli, è stata importata nei giardini occidentali da William Kerr, che la portò a Londra dopo la sua prima spedizione nel Guangdong. Il nome scientifico le è stato assegnato da Carl Peter Thunberg ed è la versione latinizzata del nome giapponese della pianta, nan-ten.

Ginko

Ginko Biloba
La pianta, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un'erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyō derivante a sua volta da quello cinese "yin xing " ( yín «argento» e xìng «albicocca»; yínxìng, «albicocca d'argento»). Questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 all'atto della sua prima pubblicazione botanica ove mantenne quell'erronea trascrizione del nome originale. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.
Il primo Ginkgo biloba importato in Italia, nel 1750, si trova nell'Orto Botanico di Padova. È un esemplare maestoso.

Noce di Galla

Quercus Infectoria
Una galla, conosciuta anche come cecidio, è una malformazione a carattere escrescente che si forma sulle foglie, sui rami, sul tronco e sulle radici dei vegetali Le galle vengono adoperate per produrre inchiostri definiti ferro-gallici. I tannini, di cui le galle sono ricchissime, vengono fatti reagire con del solfato ferroso. Il complesso di ferro prodotto si adopera come inchiostro.

Alianthus

Ailanthus Altissima
Le specie appartenenti al genere Ailanthus sono alberi decidui di varia dimensione e di crescita rapida. Le foglie sono alterne, relativamente lunghe e pennate con un numero di foglioline che va da 13 a 41. Le foglioline, spesso opposte, a volte hanno alcuni grandi denti alla cui base si trova una ghiandola leggermente curva.
Altra caratteristica presente in molte specie di questo genere è la dioicità, cioè la presenza di individui con soli fiori femminili (e quindi frutti) o con soli fiori maschili. Alcune specie, però, hanno fiori ermafroditi.

Casuarina

Il nome del genere deriva dal termine malese "cassowary" o "kasuari", che allude alla somiglianza tra il piumaggio dell'uccello (Casuarius) ed il fogliame della pianta. I giovani rametti sono composti da segmenti articolati.
Le foglie, da verdi a grigio-verdi, sottili, acute, biancastre, sono riunite in verticilli da 5 a 20 in corrispondenza dei nodi. La maggioranza delle specie sono dioiche.

Annatto

Anatto Seeds
Il nome della pianta ricorda quello del luogotenente di Pizarro (Francisco de Orellana) che per primo, nel 1540, attraversò il continente sudamericano dal Pacifico all'Atlantico, scoprendo e percorrendo il Rio delle Amazzoni. Il colorante è contenuto nell'epidermide rossa dei semi. l'annatto è uno dei coloranti conosciuti da maggior tempo, ed è usato da più di 100 anni sia in Europa che negli USA per colorare margarina e formaggi. Alcune popolazioni indios della regione costiera dell'Ecuador (Santo Domingo) utilizzano un impasto contenente annatto per colorarsi i capelli (Indios colorados)

Agnocasto

Vitex Agnus-Castus
L'agnocasto è diffuso negli ambienti umidi mediterranei. Vitex agnus castus L. è il nome botanico della pianta. Il nome Vitex deriva da Vitilium che significa “intreccio” e infatti i rami flessibili, ma robusti e duri, anticamente servivano per costruire palizzate. Il nome agnus che significa “agnello” e castus “casto” è riferito alla proprietà anafrodisiaca (contrasta il testosterone) nell'uomo. Per questo motivo venivano messi i boccioli della pianta nei vestiti dei monaci per sopprimere loro la libido; e i semi erano chiamati “pepe del monaco”, perché erano soliti utilizzarli come spezia nella loro cucina. La spezia è anche conosciuta internazionalmente come Chasteberry, Chaste tree, Monk's pepper.

Albero di Giuda

Cercis Siliquastrum
Il nome "Albero di Giuda" invece, è riferito alla regione della Giudea, nel Vicino Oriente, da dove originerebbe, e da presso la quale si diffuse in tutto il Bacino del Mediterraneo. 

Grazie anche alla sua zona di origine e alla intensa fioritura approssimativamente in tempo di Pasqua, antiche leggende, legate al primo Cristianesimo, nacquero per rappresentare simbolicamente alcune vicende degli ultimi giorni di Gesù nei Vangeli]. Il repentino apparire dei fiori di un intenso colore lilla-violaceo sulla nuda corteccia, ancor prima delle foglie, rappresenterebbe simbolicamente il tempo della Passione di Gesù. Più in particolare, la pianta sarebbe legata all'episodio presso il quale, sotto questo albero, lo stesso Giuda Iscariota avrebbe dato il famoso "bacio" traditore a Gesù e, più tardi, tormentato dal rimorso, vi si impiccò.
La forte diffusione di questa credenza pare suggerire che il siliquastro avesse comunque un particolare significato, sempre di carattere passionale, anche presso alcuni culti precristiani europei

Gerbera

Il nome deriva dal naturalista tedesco Traugott Gerber,
Oltre che come graziose piante ornamentali dalla facile coltura, le specie del genere Gerbera (soprattutto la G. jamesonii) vengono coltivate industrialmente per la produzione del fiore reciso.
È stata introdotta in Italia per la prima volta da un floricoltore tedesco intorno al 1925-1930 ma solo intorno al 1950 ha iniziato ad essere apprezzata sia come fiore reciso che come pianta da coltivazione.

Noce Nero

Junglans Nigra
È un noce di media grandezza, la cui altezza può arrivare a 30 metri, con tronco eretto e corteccia rugosa; il nome della pianta (Noce canaletto) deriva dai canali interni che trasportano la clorofilla, il mallo esterno ha superficie rugosa e contiene una noce, di forma rotonda, molto legnosa, dura e rugosa che contiene al suo interno un gheriglio di qualità organolettiche elevate che possono mantenersi fino a 6 mesi. La noce non è commerciabile a causa dell'estrema durezza del guscio legato al gheriglio.

Liriodendro

Liriodendron
Il liriodendro o albero dei Tulipani è un genere delle Magnoliaceae che comprende alberi di notevoli dimensioni, il liriodendrum tulipifera supera a volte i 30 m di altezza con fiori a coppa simili esteriormente a quelli del tulipano.
Un esemplare di Liriodendrum tulipifera situato nel parco di Villa Besana a Sirtori in provincia di Lecco è uno tra i 10 alberi più alti d'Italia, raggiungendo i 52 metri d'altezza (come un palazzo di 17 piani)

Quercia Rossa Americana

Quercus Rubra
La quercia rossa è originaria della regione floristica nordamericana atlantica, cioè degli stati orientali degli U.S.A. e del Canada intorno ai Grandi Laghi.
Introdotta in Europa nell'XVII secolo per abbellire parchi e giardini, ha trovato impiego come specie forestale per la sua facilità di adattamento e crescita rapida. Viene usata non solo come pianta ornamentale, dato il suo gradevole aspetto, ma anche per la produzione di legname. È una specie rustica ed a crescita rapida, non mostra particolari problemi nei confronti della luce, non ama però i terreni calcarei e sviluppa bene in suoli fertili ed impermeabili. Può vivere fino a cent'anni.

Tannini

Il tannino è una classe di composti contenuti in diverse piante con proprietà analoghe a quelle dell’acido tannico.
Trovano inoltre impiego nella tintura e nella stampa dei tessuti, nella preparazione di lacche e inchiostri, nella chiarificazione del vino, della birra e dei succhi di frutta. Il composto si trova nei legni, nelle cortecce, nei frutti e rizomi, nelle radici ma generalmente si intende quello estratto dalle noci di galla, ricco di acido tannico,
Le fonti più ricche di tannini sono le cortecce di piante come quercia, castagno, abete, acacia. Il tannino era temuto dai pittori su tavola, perché poteva sprigionarsi anche da supporti già stagionati e macchiare di scuro alcune parti del dipinto.

Acero Saccarino

Acer Saccharinum
L'acero saccarino o acero argenteo è originario delle regioni nord-orientali del continente nordamericano a cavallo tra Stati Uniti – dove costituisce una delle specie arboree più diffuse – e Canada. La chioma, dal diametro di 3–5 m è composta da foglie caduche, opposte, pentalobate e profondamente incise], con denti irregolari, di colore verde brillante sulla pagina superiore e bianco-argentato su quella inferiore; diventano di colore giallo delicato, qualche volta rosso brillante.

Quercia

Quercus
Il nome deriva dalla parola celtica Quer Kaer (albero bello) I Druidi, sacerdoti del popolo Celtico, avevano in grande considerazione questa pianta e nei loro riti la forza quercina, appariva frequentemente quale elemento indispensabile. Nella religione cristiana, il culto della Quercia viene riferito alla festa di San Giovanni e viene riportato ancora ai nostri giorni, che “chi ha la fortuna di potersi sedere sotto un albero di Quercia alla mezzanotte del 24 Giugno, si sentirà dire ogni sorta di cose buone sul suo futuro e quella notte la Quercia, invece di fruttificare ghiande, produrrà denaro”

Castagno

Castanea
L’albero di castagne, triste per non aver frutti, un giorno chiese alla Fata Verde di poterne avere, come gli altri alberi. Lei gli promise che li avrebbe avuti, ma solo l’anno seguente. Qualche giorno dopo il castagno fece nascondere tra i suoi rami una famigliola di ricci, la quale fuggiva da un branco di cani che voleva mangiarla. Quando la Fata Verde lo venne a sapere, tornò dal castagno e lo ricompensò donandogli subito tanti frutti racchiusi in piccoli ricci verdi: le deliziose castagne.

Pioppo

Populos
Il termine "pioppo" deriva dal latino e, secondo una diceria romana riportata dagli antichi, sarebbe da legare a popolus "popolo" perché la sua folta chioma mossa dal vento produce un brusio che ricorda quello della folla. A tal proposito, si può citare un detto comune che fa derivare il nome di Piazza del Popolo di Roma da un antico boschetto di pioppi. Il legno di pioppo ha avuto anche un nobile utilizzo, infatti è stato usato da Leonardo da Vinci per dipingere la sua celebre Monna Lisa.
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